Il cantiere PALCHINPARCO è al lavoro !

PALCHINPARCO si rinnova, si veste di nuovi contenuti diventando finalmente “Progetto”!


La costruzione del “luogo” di incontro ha permesso la connessione di realtà eterogenee che hanno deciso di fare sistema, con l’obiettivo di costituirsi in un’Impresa d’Ingegneria Culturale.


PALCHINPARCO si propone come contenitore di partecipazione dove obiettivi diversi, nel rispetto delle “nature” degli organismi di produzione, possono trovare il loro spazio di sperimentazione, di promozione e sviluppo di un nuovo modello distributivo per i prodotti e servizi nell’ambito della cultura.


In questo periodo l’Ass. Culturale Golia (associazione di promozione culturale e formazione) che ha ideato PALCHINPARCO, assieme a Modonovo S.r.l. (azienda di progetti integrati di sviluppo imprenditoriale), ZdB Soc. Coop. (casa di produzione discografica e audiovisiva), Specchiopiuma S.r.l. (azienda operante nel campo degli allestimenti tecnici ed artistici), ha costituito un network di professionisti nell’ambito delle produzioni culturali, creando un Marchio che diffonderà la filosofia di condivisione della Vision di PALCHINPARCO.




domenica 11 luglio 2010

sezione "Narrativa" 1° classificato

Vince l'edizione "Palchinparco 2010", Luca Piccolino con il racconto:


Giustizia divina

Gheggiù spara. Spara a tutti quelli che metton piede sul suo campo. Anche a quelli che non vogliono rubare nulla. Anche se ragazzini. Certo, quelli sì, vogliono rubare e basta. Meloni, finocchi, pannocchie, prugne. Quei piccoli figli di puttana sono come le cavallette. È per questo che Gheggiù tiene il fucile accanto all’uscio della cascina. Quando esce, rapidamente in un unico movimento apre la porta e imbraccia il fucile. Un fenomeno. Anche per la cattiveria che ci mette.
Mio cugino li ha presi tutti nel culo i suoi pallini di sale. Stavamo rubando, è vero, ma riempire di sale le chiappe di un bambino resta un gesto deplorevole anche oggi, a vent’anni di distanza.
Giù in paese ne giravano e ne girano di storie su Gheggiù. Qualcuno dice che è sempre stato pazzo. Non è difficile crederci. Altri asseriscono che picchi selvaggiamente la moglie e che non si contino più gli aborti a cui l’ha costretta. C’è anche chi dice cha faccia all’amore con gli animali della stalla. Passi per pecore e vacche me con le galline… mi è sempre parso inverosimile.
L’altra notte Gheggiù si è accasciato franando sulla rena rossa dell’aia.
Non c’è stata camera ardente, tanto nessuno si sarebbe degnato di porgergli un ultimo saluto. Si è passati subito al funerale. Dopo un sol giorno. In chiesa c’era solo sua moglie. Così come dietro il carro funebre.
Dal mio balcone guardo il desolante ultimo viaggio di Gheggiù. Mia madre poco fa ha detto: “Quel pezzo di merda mi sa che brucerà all’inferno!”. A me invece viene da chiedermi se sarà poi vero. Se il diavolo abbia voglia di perdere il suo tempo con persone che la cattiveria ce l’hanno nell’animo, come un dono di natura.
Leggende, malelingue, illazioni e un fondo di verità. Forse è solo questo. Forse no. Forse l’inferno è pieno di gente come Gheggiù, gente che non ha mai tenuto nascosta la propria cattiveria ma, anzi, ne ha fatto uno stile di vita. Forse quelli che l’hanno tenuta nascosta sono riusciti a fregare persino Lucifero in persona.
Potrebbe anche essere, d'altronde la giustizia divina l’hanno inventata in favore degli oppressori. Potrebbe anche essere.